Opere d’arte ed orologi sono dei beni che negli ultimi anni sono cresciuti sia per interesse che per numero di transazioni.
Tutte le volte che abbiamo a che fare con delle compravendite ci assalgono (giustamente) dei dubbi di natura fiscale.
In altre parole ci chiediamo cosa ne pensa il fisco della nostra passione di collezionisti perché abbiamo il timore che, prima o poi, ci presenti il conto da pagare.
Opere d’arte: gli acquisti del collezionista privato
La compravendita occasionale di opere d’arte da parte di privati è un’operazione estranea al mondo fiscale, quindi non c’è alcun presupposto di applicazione dell’IVA.
C’è solamente un caso in cui la transazione andrà soggetta ad imposte, ovvero quando si tratta di un’importazione.
Fortunatamente per l’importazione di opere d’arte è stata prevista un’aliquota agevolata al 10%.
Una volta che dovessi rivendere il quadro, la statua o qualsiasi altro pezzo della mia collezione, potrò tranquillamente farlo senza pagare imposte.
Naturalmente è buona norma avere una ricevuta con i dati anagrafici della controparte e la transazione deve rispettare i limiti sull’uso del contante.
Opere d’arte: la tassazione sulle vendite
Quando un privato vende un’opera d’arte della propria collezione non ci sono imposte da pagare.
Infatti la vendita singola è considerata un’operazione di tipo occasionale e pertanto non è da confondere con un’attività di tipo imprenditoriale.
L’unico caso in cui un privato paga tasse sulle opere d’arte è quello delle Royalties.
Se ad esempio affitti ad una pinacoteca oppure un museo le tue opere d’arte allora paghi le imposte sulle royalties e l’importo andrà indicato in dichiarazione dei redditi.
In questo caso potrai sfruttare un abbattimento forfettario del 25% che cresce al 40% se hai meno di 35 anni.
Opere d’arte e regime d’impresa
Tutte le vendite di opere d’arte che avvengono all’interno di un regime d’impresa sono soggette ad IVA con l’aliquota del 22%.
Tutti i ricavi generati dalle vendite vanno a formare il reddito d’impresa che sarà tassato secondo le normali regole contabili e fiscali.
Inoltre per fare il commerciante di opere d’arte nella maggior parte dei casi sarà necessario possedere un’apposita licenza commerciale.
Se invece l’imprenditore fa un’altro tipo di attività, diverso dal commercio di opere d’arte, allora non è necessaria alcuna autorizzazione.
Questo acquisto si potrebbe considerare una spesa di rappresentanza che si può scaricare dal reddito con i seguenti limiti:
- 1,3% dei ricavi fino a 10 M/€
- 0,6% dei ricavi tra 10 e 50 M/€
- 0,4% oltre 50 M/€ di ricavi
Un altro vantaggio dell’acquisto di opere d’arte come impresa è che “probabilmente” posso detrarre l’IVA.
Ho usato due volte di seguito il condizionale perché (per esperienza) il FISCO tende sempre a contestare a mani basse questo tipo di operazioni, specie se le opere d’arte sono concesse in uso personale.
opere d’arte, gioielli ed orologi preziosi
Un altro mercato che ha segnato recentemente degli incrementi interessanti (per lo meno nei volumi) è quello della compravendita di orologi.
Per interesse personale ho seguito le quotazioni di un paio di Rolex ed ho visto che nell’ultimo decennio i prezzi sono praticamente raddoppiati.
Per fare compravendita di orologi con la propria azienda è necessaria la licenza per la vendita dei preziosi, analoga a quella delle gioiellerie.
Inoltre c’è un tema importante: vedo che ci sono alcuni consulenti che consigliano di comprare un ROLEX per abbassare l’utile di esercizio.
Quindi voglio dare un avviso a tutti gli imprenditori che credono di poter “spesare” un Rolex come merce: tenete attaccati entrambi i piedi al terreno.
Se l’orologio lo consideriamo come merce allora vuol dire che c’è un magazzino dei pezzi invenduti e questo porterebbe ad un risultato fiscale pari a ZERO.
Se invece hai comperato il Rolex per darlo in uso all’amministratore allora ti stai creando un serio problema con il fringe benefit.
Quando una società paga qualcosa al posto di un socio/amministratore è come se gli stesse fornendo indirettamente il denaro per fare quell’acquisto.
Pertanto il Fisco tende a sentirsi offeso del fatto che non hai applicato le imposte ed i contributi su quel prelievo virtuale.
Se ti sei comperato il “pataccone“perché ti andava così allora va bene, quindi goditi l’orologio punto e basta ed evita di cercare inesistenti strategie fiscali.
Il giorno che mi vedrai con un orologio da 50K al polso sei autorizzato a chiamarmi al telefono per chiedermi se esiste una nuova strategia fiscale di cui non ti ho parlato…
Per ora mi sono limitato a scaricare il costo dell’Apple Watch con la speranza di convincerli che (per lavoro) mi servono le notifiche sempre al polso.
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