Il concordato preventivo biennale è una novità di quest’anno che è stata venduta come un meccanismo molto semplice.
Sostanzialmente c’è un algoritmo che pesca una serie di dati e ti propone un certo livello di prelievo fiscale per i prossimi due anni e se accetti ottieni un “lasciapassare fiscale“.
In realtà le cose non sono così semplici come vorrebbero farci credere ed i trabocchetti sono molti ed in questo articolo ti voglio dire la mia.
Concordato Preventivo Biennale: di cosa si tratta
Tramite gli ISA (indicatori sintetici di affidabilità fiscale) l’Agenzia delle Entrate ha costruito una proposta individuale per ogni contribuente per definire “a tavolino” il reddito dei prossimi due anni.
In pratica c’è un software che esamina i dati del passato ed il punteggio ISA così da offrire al contribuente un reddito-obiettivo.
✅ Se il contribuente realizza un reddito superiore all’importo prestabilito allora non paga nulla sul reddito in più.
❌ Se invece il contribuente ottiene un reddito inferiore allora deve comunque pagare le imposte sull’importo pre-concordato.
Un ulteriore bonus per l’adesione al concordato preventivo biennale è quello di accedere al regime premiale ISA e alla possibilità di essere esente dalle conseguenze di eventuali accertamenti.
Concordato Preventivo Biennale: le note dolenti
Il primo problema è che l’esenzione da controlli non è totale perché il lasciapassare vale solamente per IRAP ed imposte dirette, quindi rimane scoperto tutto il comparto IVA e gli accertamenti sui contributi previdenziali.
Il secondo problema è che sono riusciti a trasformare un’idea sostanzialmente semplice in un groviglio di clausole fiscali tra requisiti di accesso e clausole di esclusione, cessazione e decadenza.
Tutto questo mentre il tempo passava e le circolari ministeriali tardavano ad arrivare costringendo i professionisti dell’area fiscale alle corse dell’ultimo minuto.
Il terzo problema è che la richiesta del fisco è molto spesso elevata al punto da mettere fuori gioco la proposta stessa, salvo per quei pochi contribuenti che sono assolutamente certi che i redditi del biennio 2024-2025 saranno realmente molto più elevati.
La stampa specializzata e le associazioni degli operatori fiscali sono stati molto critici fin dall’inizio del percorso e questa volta (strano ma vero) il Governo ha fatto tutto il possibile per rendere il concordato preventivo biennale ancora più interessante.
Concordato Preventivo Biennale: gli ulteriori vantaggi
Fin dalle prime battute di avvio di questo istituto deflattivo il Governo ha fatto il possibile per renderlo più interessante aggiungendo due ulteriori tasselli.
La prima cosa interessante riguarda la riduzione delle imposte da pagare sul maggiore reddito concordato.
Il Concordato preventivo biennale prevede una imposta sostitutiva che va dal 10% al 15% a seconda del punteggio ISA del contribuente.
La seconda cosa interessante riguarda la possibilità di accedere ad una sorta di “condono” per gli anni dal 2018 al 2022.
Anche in questo caso gli importi variano a seconda dei punteggi ISA delle singole annualità da definire e si va da un minimo di un 1% circa ad un massimo del 10% circa del reddito originariamente dichiarato.
Concordato Preventivo Biennale: i problemi strutturali
Oltre alla difficolta di comprendere le norme tecniche del concordato preventivo biennale ci sono una serie di problemi strutturali alle fondamenta del sistema e questi sono i tre punti principali:
1️⃣ difficoltà nella stima dei redditi futuri.
I contribuenti si stanno chiedendo come sia possibile stimare con precisione i redditi del 2024-2025 e la maggior parte si deve confrontare con ipotesi che possono essere tanto vere quanto false.
Sembra quasi di scommettere alla roulette già sapendo che (neanche a dirlo) le probabilità dicono che il banco vince sempre, o per lo meno nella maggior parte dei casi.
2️⃣ difficoltà nella stima del rischio
Per aderire al concordato preventivo biennale è necessario comprendere la ragnatela di clausole di esclusione, decadenza e cessazione.
Sono certo che un bravo consulente è sicuramente in grado di spiegarle ai propri clienti, tuttavia è un lavoro che richiede tempo e pazienza.
Si tratta comunque di tempo che deve essere remunerato, quindi mi chiedo se un sistema più semplice non fosse destinato ad avere maggiore successo.
3️⃣ difficoltà nello stabilire competenze e responsabilità
L’adesione al Concordato Preventivo Biennale si fonda principalmente sulla bontà dei dati fiscali degli anni precedenti.
Un accertamento dei redditi con un risultato superiore al 30% di quanto dichiarato può mettere fuori gioco la tua azienda.
Poi resta il nodo dell’anno 2023: il biennio 2024-2025 rientra nel concordato mentre gli anni 2018-2022 possono essere coperti dal ravvedimento speciale (il c.d. condono) ed il 2023 resta del tutto scoperto.
L’anno fiscale 2023 è quello che sta per essere consegnato al fisco tramite dichiarazione dei redditi da spedire entro la fine di ottobre insieme alla risposta sulla eventuale adesione.
Questa annualità è il fulcro della costruzione degli importi oggetto di definizione e rappresenta un punto di debolezza difficile da comprendere.
A questo punto, oltre alle responsabilità personali dell’imprenditore individuale, ci sono da valutare i riflessi sugli amministratori delle società.
Alle volte gli amministratori possono essere gli stessi soci mentre ci sono casi in cui gli interessi dei due soggetti sono differenti ed il Concordato potrebbe diventare un terreno di scontro.
A volte abbiamo la memoria corta
Uno dei grandi difetti degli italiani è quello di avere la memoria corta, specie quando si tratta di ingiustizie fiscali.
È il caso dei bonus sulle ristrutturazioni che inizialmente sembravano un regalo e poi è stato il terreno per un inasprimento della normativa fiscale proprio nei confronti di chi aveva utilizzato i bonus fiscali.
Un altro esempio è quello delle cripto-valute che sono state oggetto di un generoso condono ed ora minacciano di portare la tassazione al 42%.
Nel caso del concordato preventivo biennale hanno persino realizzato degli spot televisivi per invogliare i contribuenti all’adesione.
Quando mai hai visto il nostro Governo fare qualcosa a favore degli imprenditori?
Una cosa interessante “si venderebbe da sola” e non ci sarebbe necessità di alcuna pubblicità.
Se aderiranno in pochi quanto vuoi scommettere che gli verrà la tentazione di controllarli tutti?
In fin dei conti tramite il concordato dai l’idea di volerti proteggere e con il condono dimostri di essere in grado di pagare e questo mi sembra un mix micidiale.
Se vuoi approfondire l’argomento del Concordato Preventivo Biennale allora puoi acquistare la registrazione del Webinar LIVE (circa 1 ora) che ho tenuto lo scorso 22 Ottobre >>> CLICCA QUI.
Chiarissimo come al solito
Molte grazie
Gigi Ferrario
Grazie!
MT