Break Even Point, il tuo “Punto di Pareggio”

Break Even Point, ovvero quando ti trovi a guardare i conti della tua azienda e ti capita di non capire esattamente da dove iniziare a migliorare.

  • Quali sono i costi che posso tagliare?
  • Qual’è il margine di ricarico che devo calcolare?
  • Quanto mi costa esattamente questo prodotto oppure questo servizio?
  • Quanto incide questa o quella determinata spesa?

Se ti stai facendo queste domande allora sei nel posto giusto perché stai per scoprire come calcolare in modo semplice ed efficace il tuo Break Even Point.

L’articolo di oggi ti consentirà di scoprire finalmente qual’è relazione tra quello che incassi e quello che spendi ed, in definitiva, quanto sei realmente in grado di spremere da ogni euro che incassi.

Prima di iniziare la parte “tecnica” di questo articolo voglio farti una domanda.

Per ogni 100 euro di fatturato in più sai dirmi con esattezza quanto ti metti in tasca, al lordo delle tasse?

Se non hai una risposta precisa allora devi iniziare a prendere confidenza con i costi fissi, i costi variabili ed il margine di contribuzione.

In questo modo sarai in grado di calcolare facilmente il tuo Break Even Point, ovvero il tuo punto di pareggio.

Break Even Point e costi variabili

La prima cosa che va ad influenzare il tuo Break Even Point (BEP) sono i costi variabili.

Si tratta di tutta quella serie di costi che aumentano oppure diminuiscono quando le tue vendite salgono o scendono.

Se vendi dei prodotti fisici allora i costi fissi sono la materia prima che utilizzi, le lavorazioni interne ed esterne, gli imballaggi, i costi di trasporto e così via.

Nel caso tu venda servizi oppure consulenze allora le cose non sono così intuitive.

Anzi, nel caso specifico della consulenza, possono sembrare poco intuitive, al punto che la scorsa settimana ho sentito affermare che non si può calcolare il BEP (Break Even Point) per questo genere di attività.

Per questo motivo ho deciso di scrivere questo articolo che ti spiega che

TUTTE le attività hanno costi variabili e costi fissi

Quindi è sempre possibile calcolare il punto di pareggio, indipendentemente dalla tua attività.

Nell’articolo di oggi userò solamente esempi che riguardano business di vendita di prodotti fisici, mentre nel prossimo articolo entrerò nel dettaglio delle attività di consulenza.

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Tornando all’elenco dei costi variabili dobbiamo andare ovviamente ad inserire anche i costi del personale addetto alle lavorazioni.

Nei costi variabili dobbiamo inserire anche i costi relativi al reparto commerciale e marketing.

Se hai un sito web che ti procura clienti e la manutenzione annuale ti costa 5.000 euro all’anno allora dovrai conteggiare questo importo tra i costi variabili.

Nei costi variabili devi conteggiare tutto ciò che è direttamente connesso alla produzione di ricavi e tutto ciò che è in grado di influire positivamente sull’aumento di fatturato.

A questo punto troverai il totale annuale dei costi variabili, ad esempio 60.000 euro.

Se dividi questo numero per il totale del fatturato (esempio 100.000 euro) trovi la percentuale di costo variabile per ogni euro di fatturato.

Nell’esempio appena fatto troverai che per produrre 1.000 euro ne spendi 600, ovvero il 60%.

Break Even Point e margine di contribuzione

Una volta che abbiamo stabilito l’ammontare dei costi variabili ed abbiamo calcolato quanto sia il peso sul fatturato siamo pronti per calcolare il margine di contribuzione.

L’operazione è estremamente semplice perché basta sottrarre da 100 la percentuale che hai calcolato nel paragrafo precedente.

In altre parole se i tuoi costi variabili pesano per il 60% allora il tuo margine di contribuzione vale il 40%.

Ma cosa vuol dire esattamente “Margine di Contribuzione”.

Si tratta dell’importo che contribuisce ad azzerare i costi fissi della tua attività.

Prima di proseguire dobbiamo ovviamente fare chiarezza su cosa siano esattamente i costi fissi.

Break Even Point e costi fissi

I costi fissi non sono altro che quei costi che dovresti comunque sostenere, anche se domani mattina tutti i clienti se ne vanno.

Ovviamente se domattina, come per magia i clienti spariscono, io di sicuro per mezzogiorno ho già chiuso l’attività, tuttavia si tratta di un esempio immaginario.

Tra i costi fissi devi per esempio inserire il costo dei locali, il costo della tenuta della contabilità, il costo del personale amministrativo.

In pratica questi costi fissi sono quelli che rimangono uguali se, ad esempio, il tuo fatturato cresce del 15% oppure diminuisce del 20%.

Se hai un piccolo aumento del fatturato l’affitto rimane uguale, la contabilità più o meno la stessa, così come la maggior parte dei costi del software e via dicendo.

Ipotizziamo che l’azienda del mio esempio abbia 24K di costi fissi e calcoliamo velocemente l’utile finale.

I ricavi sono 100K, i costi variabili sono 60K ed i costi fissi sono 24K.

Rimangono esattamente 16K di utile.

Ora ti faccio una domanda: di quanto può diminuire il fatturato, prima che l’azienda vada in perdita?

Break Even Point, a cosa serve esattamente

Una volta che abbiamo tutti i dati possiamo finalmente calcolare il punto di pareggio, ovvero il Break Even Point.

La risposta alla domanda che ti ho fatto poco sopra è (rullo di tamburi) 60K!

Il tuo fatturato può scendere fino a 60K senza che tu vada in perdita e te lo dimostro.

Se hai una incidenza del 60% di costi variabili allora per produrre 60K di fatturato spendi esattamente 36K.

A questo aggiungi 24K di costi fissi che, a differenza di quelli variabili non cambiano, e trovi 60K di costi che sono pari al fatturato.

La formula matematica che devi applicare è:

costi fissi (diviso) margine percentuale di contribuzione

Facciamo una contro-prova con i numeri: 24.000 / 0,40 = 60.000, ovvero il nostro Break Even Point.

A cosa serve in definitiva questo margine di contribuzione?

Questo punto di pareggio può esserti utile in almeno due occasioni.

Il punto di pareggio (BEP) ti fa capire, per prima cosa, quali sono le aree di intervento nelle quali devi eventualmente operare dei tagli.

Immagina di tagliare 10.000 euro di costi nell’area dei costi variabili.

Il tuo margine di contribuzione sale a 0,50 (il 50%), quindi il nuovo Break Even Point sarà 48K, ovvero 24K (costi fissi) diviso 0,50.

Se invece tagli 10K di costi fissi allora il nuovo BEP sarà 23.333, ovvero 14.000 diviso 0,6.

L’importo di 14.000 euro sono gli originali 24K di costi fissi che ho immaginato di diminuire di 10K.

Quindi la strategia di diminuire i costi fissi è sempre la migliore?

La risposta non è sempre scontata perché questo conteggio è influenzato dai margini.

Il secondo utilizzo del Break Even Point è di farti capire qual’è il fatturato che ti devi porre come obiettivo se, ad esempio, vuoi guadagnare 100K.

Anche in questo caso il calcolo è molto semplice: ti basta dividere i 100K per il margine di contribuzione (ovvero 0,40) e trovi immediatamente il fatturato ideale, ovvero 250K ed aumentarlo dei costi fissi.

Il tuo obiettivo di fatturato dovrà essere 274K per assicurarti 100K di netto.

Ora che hai tutte le formule ti puoi allenare a calcolare il punto di pareggio per la tua azienda.

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