Sono sempre stato affascinato dai numeri perché li ritengo uno strumento assolutamente democratico per leggere qualsiasi evento.
I numeri hanno un potere così forte che ci puoi costruire tanto delle strategie vincenti quando delle bufale di dimensioni epiche.
Gregg Easterbrook, un giornalista statunitense, una volta ha scritto una frase che reputo indimenticabile:
“Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa”
Questa verità diventa ancora più solida e robusta quando si inizia ad aggregare i numeri per restituirli in formato statistico, sotto forma di stime oppure (ancora peggio) in formato grafico.
I numeri aggregati sono decisamente più efficaci perché inducono più facilmente all’errore e si prestano in modo più semplice alle manipolazioni, volute o meno che siano.
Inoltre le statistiche e le estrapolazioni aiutano il pregiudizio, ovvero sono in grado di corroborare i nostri “bias cognitivi“.
Numeri e BIAS cognitivi
Sarà capitato anche a te di cambiare autovettura e nell’esatto istante in cui hai preso la decisione sulla marca ed il modello succede che, girando per strada, vedi solamente quel tipo di auto.
In pratica fino al giorno prima non le avevi notate e poi (una volta presa la decisione) all’improvviso per strada sembra esserci un’ondata di auto come quella che hai scelto tu.
Questo succede perché il tuo cervello deve in qualche modo suggerirti che la tua è proprio la scelta giusta.
Il “bias cognitivo” è una sorta di pregiudizio che ti impedisce di prestare attenzione a qualsiasi cosa non sia allineata con le tue credenze.
Nessun cervello sano ammetterebbe mai di essere in torto, quindi tutti siamo propensi a vedere intorno a noi solamente conferme delle nostre scelte e delle nostre idee.
I numeri sono numeri e tali rimangono, mentre le conclusioni a cui arriviamo dopo averli letti sono assolutamente un fatto personale e questo concetto non va mai dimenticato.
Numeri: tanto, poco, di più e di meno
Un tipico esempio di come si possa mentire con i numeri è quello di omettere (o manomettere) i termini di raffronto.
Se ti dico che preferisco guadagnare di più probabilmente sei d’accordo con la mia affermazione perché è nella natura umana desiderare di più.
A questo punto potrei dirti che ci sono due aziende simili da acquistare: la prima guadagna 100K e la seconda guadagna 200K.
Sono certo che sei tentato di scegliere quella che guadagna di più.
Tuttavia se guardiamo i numeri del bilancio scopriamo che la prima praticamente non ha alcun debito, mentre la seconda sta per saltare in aria e forse non arriva nemmeno a fine mese.
Oppure potrei dirti che la prima azienda ha tanti debiti, tuttavia ha un grande cash flow che gli permetterà presto di rimettersi in carreggiata.
In questa ultima frase ho volutamente semplificato il tutto sostituendo i numeri con le parole.
Le espressioni “tanti debiti”, “grande cash flow” e rimettersi “in carreggiata” non sono numeri: sono opinioni di chi scrive!
Questi sono solamente concetti super-semplificati, ovvero delle soluzioni già pronte che ti permettono di evitare la fatica di fare l’analisi.
Dato che siamo tutti più o meno pigri allora vorremmo faticare di meno, quindi siamo propensi a leggere i grafici senza fare la fatica di analizzare i numeri.
Questo spiega un concetto importante:
È veramente facile strapazzare anche i numeri più semplici e far risultare quello che desideri.
E se non sei ancora convinto ora entriamo nel terreno minato dei vaccini covid…
I numeri dei vaccini
In puro stile giornalistico partiamo con una notizia d’effetto ovvero che quasi un terzo dei decessi per covid riguarda persone che hanno ricevuto il vaccino.
Nella fascia over-80 il numero sale spaventosamente al 36,4%, ovvero .
I numeri dicono che, sempre nella fascia over-80, il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo (456) supera quello dei non vaccinati (pari a 331).
A questo punto ci saranno orde di NO-VAX che mi chiederanno dove ho preso questi dati e la risposta è che sono dati ufficiali del Ministero della Salute aggiornati al 18 agosto.
Nella fascia d’età dei 40-59 anni la situazione è diversa perché vede il tasso di ospedalizzazione dei vaccinati scendere al 15% circa.
Volendo corroborare una tesi no-vax si potrebbe tranquillamente argomentare che “questa fascia d’età è una di quelle con il tasso di vaccinazione più basso“.
In pratica potrei costruire qualsiasi correlazione volta a giustificare l’inutilità (apparente) della vaccinazione e questo senza scomodare altri bias cognitivi come le statistiche sugli effetti collaterali.
Per rendere ancora più solida questa tesi potrei aggiungere qualche dubbio sulla bontà della raccolta dati ed argomentare fino a notte fonda.
Se invece fossi dal lato opposto della discussione allora chiamerei in causa un altro concetto molto importante, ovvero un ”effetto paradosso”
Numeri, vaccini ed effetto paradosso
Con gli stessi quattro dati in croce che ho citato nei paragrafi precedenti posso costruire e sostenere una tesi di segno completamente opposto, ovvero che i vaccini funzionano alla grande.
Per spiegare la tesi opposta mi servirò persino sia di comunicazioni ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sia del questo “effetto paradosso”.
Tecnicamente un “paradosso” è una tesi che, per il modo in cui viene presentata, sembra contraria all’opinione comune, pur riuscendo nel suo intento di risultare credibile anche ad un esame critico.
Il paradosso dei vaccini ce lo spiega proprio l’ISS nel suo sito ufficiale dove puoi leggere queste righe:
“Se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. In questi casi, l’incidenza, però, (intesa come il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione), è circa dieci volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri se letti correttamente, quindi, ribadiscono quanto la vaccinazione sia efficace”.
Non ci resta che applicare l’effetto paradosso ai numeri e capovolgere completamente la precedente tesi no-vax proprio partendo dagli stessi numeri di base.
Riprendendo il numeri ufficiali pubblicati dall’ISS abbiamo visto che:
- tra gli ospedalizzati nella fascia over-80 i vaccinati con ciclo completo superano per 456 a 331 quelli senza vaccino
- i decessi tra i vaccinati nella fascia over-80 rappresentano il 36% del campione.
…SI OK, ma di quale campione stiamo parlando?
I dati ufficiali mostrano che nella fascia over-80 ci sono circa 4,1 milioni di vaccinati con ciclo completo contro circa 320 mila di non vaccinati.
Leggendo le cifre rapportate al campione abbiamo un’incidenza di ricoveri di vaccinati dello 0,4% contro il 7,5% dei non vaccinati, ovviamente calcolato sul campione numerico totale.
Se rapportiamo le cifre possiamo dire che l’incidenza dell’ospedalizzazione è 17 volte più alta nei non vaccinati.
Lo stesso ragionamento si può fare parametrando i decessi alla popolazione (vaccinata e non vaccinata) e spiegare così la reale efficacia dei vaccini.
Numeri: è ora di tirare le somme
All’inizio di questo articolo ti ho detto che amo i numeri ed evito di prendere per buone le analisi a scatola chiusa.
Ogni numero deve sempre essere letto all’interno del proprio contesto perché altrimenti si rischia di costruire affermazioni che possono essere tanto false quanto vere.
Prendere i numeri senza spirito di critica ti può condurre molto lontano dalla verità, e questo sempre ammesso che ne esista una.
In questo articolo hai visto come, partendo dagli stessi numeri, si possono costruire due diverse tesi contrapposte usando gli stessi numeri per sostenerle.
Quindi abbi sempre la tua opinione e leggi i numeri nel modo più critico possibile possibilmente affiancando più di un parametro di confronto.
Si dice che il primo ministro britannico Benjamin Disraeli abbia affermato: «Ci sono tre generi di bugie: le bugie, le maledette bugie e le statistiche».
Diciamo che per corroborare la tesi pro vax hai dovuto portarli a GUANTANAMO quei numeri.
Cmq e’ vero i numeri tirati fuori dal loro contesto non dicono nulla.
Ti cito due numeri sugli infortuni INAIL che mi fanno girare le p….
1) tanti anni fa dicevano che c’era un altissimo numero di infortuni nel primo giorno di lavoro perchè l’imprenditore non faceva formazione (in realtà l’imprenditore aveva l’imprenditore in nero e assumeva il lavoratore casualmente proprio il giorno che si faceva male)
2) quest’anno tutti a urlare che gli incidenti sul lavoro stanno crescendo…..anche 1 solo infortunio è una cosa brutta, ma non puoi paragonare i numeri del 2021 con quelli del 2020 (da Marzo a Maggio 2020 le imprese hanno viaggiato regime ridotto, ovvio che i numeri non tornino).
In conclusione sono completamente d’accordo con te e con la questione del bias cognitivo, ma se ci mettiamo un po’ di testa e un po’ di onesta’ intellettuale i numeri non mentono MAI (dai, diciamo quasi mai).Grazie mille
Ciao Camillo,
molto carina l’osservazione sull’infortunio al primo giorni di lavoro… in effetti i numeri sono numeri e molto dipende da come li leggi, li interpreti e li confronti.
Saluti
MT
Bravissimo Massimo, concordo pienamente.
Addirittura dai dati della propria azienda della cui provenienza abbiamo certezza assoluta (salvo clamorosi ma comunque involontari errori del commercialista) si può essere ingannati di primo acchito o se diamo uno sguardo pigro o superficiale della situazione (e questo penso che capiti anche spesso) ma questo non può succedere se si vuole approfondire il discorso con buona volontà (cervello ovviamente indispensabile) o con un buon analista come te.
Discorso un po’ più complicato quando i dati non sono i tuoi ben conosciuti e consolidati ma devi “fidarti”(sempre che tu non voglia dedicare tutte le tue energie per scovare la verità) di quelli che ti forniscono altre aziende (o enti), che tu speri composti di brave persone ma di cui in realtà non ti riesci a fidare e che, ne sei conscio, proveranno a confonderti, avendo probabilmente interessi diversi dai tuoi cercando quindi di non farti vedere la situazione troppo chiara e giocando sulla fatica che dovrai fare per avere il quadro completo, sempre sperando che tu getti la spugna prima…
Penso che gli analisti acuti e tenaci come te sicuramente esistano ma non siano moltissimi, per questo penso che tu abbia un grosso vantaggio sugli altri…
Un abbraccio.
Marco
Ciao Marco,
grazie delle belle parole e concordo sul fatto che, se i dati non sono affidabili, non possono esserlo nemmeno i risultati.
C’è un vecchio detto in statistica che dice “Garbage-in = Garbage-out”, ovvero se immetti spazzatura ne ricaverai solo spazzatura.
Alla prossima
MT
Il problema è nella esattezza dei numeri. Come sono stati raccolti quei numeri. Esiste un protocollo? Non credo che hanno messo su una blockchain per la raccolta dei dati a partire dai tamponi. Nella mia Regione (non dico quale per vergogna) è successo di tutto fino a perdersi tampano. Mi immagino come quei numeri sono stati raccolti. Su foglietti? su fogli excel? Chi li ha verificati a posteriori? Trasmessi per telefono: Giovanni che numero hai detto 75-85 o 105? Il telefono non mi prende bene ho solo una tacca. E così via. Badate bene io sono tra quelli che credono nella scienza, ma la scienza è fatta di verifiche e controverifiche.
Nel mondo della medicina e nel mondo ospedaliero in questi due anni sono girati miliardi senza controlli. Persone che hanno guadagnato cifre assurde. Tutto sulla paura. Macchinari comprati e mai entrati in funzione, vedi Report.
Io al virus ci credo e alle persone che non credo e il fatto che siano dei titolati ancora meno. Sappiamo tutti come si acquisiscono titoli e posizioni. Volete un esempio? I messaggi che il giornalista da 50 milioni di provvigioni si scambiava con gli amici fanno pensare da dove possono venire certe posizioni. Per dirla alla Zaia maniera: rifletteteci sopra.