Passaggio Generazionale significa trasmettere i propri assets agli eredi, possibilmente senza alterarli, tanto che spesso si usa la parola successione.
Al di là degli aspetti fiscali, che sono sicuramente importanti e sui quali farò le dovute considerazioni, ci sono da considerare altre questioni davvero importanti.
Perché non si tratta semplicemente di trasmettere i propri beni oppure le proprie aziende con poche tasse, bensì di trasmettere la continuità e la cultura che hanno permesso, in origine di creare la ricchezza.
Passaggio Generazionale e successione
Spesso il tema del passaggio generazionale è un argomento del quale non si parla volentieri, soprattutto per il fatto che abbiamo molto timore nell’ammettere che la vita delle persone non è eterna.
Continuando ad ignorare questo tema si rischia di arrivare alla successione, ovvero alla trasmissione degli assets, a causa di uno spiacevole evento che, nella maggior parte dei casi, è un evento tanto triste quanto imprevedibile.
In caso di successione gli eredi subentrano al “decuius”, ovvero alla persona scomparsa, non solo in tutti i beni che la persona possedeva ma anche (e soprattutto) nei rapporti giuridici in corso.
Ad esempio, nel caso di un immobile, subentri sia nella proprietà del bene sia nei contratti collegati, come ad esempio quelli di affitto e, in caso di aziende, vale lo stesso principio.
La successione è a titolo “universale” e questo vuol dire che ti prendi tutto il malloppo, ovvero sia i beni che i debiti senza possibilità di scelta con la formula “tutto o niente”.
Passaggio Generazionale e donazione
La donazione è il modo con il quale possiamo anticipare gli effetti della successione in un preciso momento nel tempo.
Il fatto di poter liberamente scegliere il “quando” avviare il passaggio degli asset presenta indubbiamente alcuni vantaggi.
Prima di tutto poter scegliere quando effettuare il passaggio generazionale ci allontana dal momento in cui le scelte non saranno più possibili e ci allontana dal momento di massimo dolore per la scomparsa di un parente.
L’altro motivo estremamente importante è che la donazione può essere pianificata a tavolino con la presenza e l’aiuto del donante, in modo di organizzare al meglio tutti gli aspetti del come e del quando.
Un ultimo motivo che non possiamo di certo trascurare è il fatto che la donazione anticipa la tassazione di quella che sarà poi la successione e lo fa alle aliquote attuali, senza necessità di ulteriori conguagli.
Considera che in questo momento le imposte di successione in Italia sono tra le più basse d’Europa e (probabilmente) non ci sarà un momento più favorevole per pianificare il passaggio generazionale, per lo meno sotto il profilo fiscale.
Passaggio Generazionale e minimi di legge
All’interno del passaggio generazionale (e della donazione) ci sono dei limiti di legge da rispettare.
Ad esempio al coniuge non può andare meno di metà del patrimonio se c’è un solo figlio, oppure almeno un terzo se ci sono più figli.
Pertanto all’interno del proprio patrimonio si può disporre liberamente solo di una piccola quota che prende il nome di “quota di riserva” oppure di “quota di legittima”.
Attraverso queste quote minime la Legge fornisce una tutela per il coniuge ed i figli e, in loro mancanza, tutela gli ascendenti (ad esempio i genitori).
Nel caso di passaggio generazionale effettuato in disaccordo con le quote minime gli eredi hanno la possibilità di invocare la “azione di riduzione” per tutelare i propri interessi.
Passaggio Generazionale con zero tasse
Organizzare un passaggio generazionale per un’azienda a zero tasse è abbastanza semplice, per lo meno con le attuali regole.
Basterà utilizzare una donazione che abbia un importante requisito, ovvero che gli eredi mantengano il controllo del business per almeno 5 anni.
Questo impegno deve ovviamente risultare nell’atto di donazione e non ci sono altri particolari vincoli.
Se ti stai chiedendo perché stai leggendo un articolo così lungo per una questione fiscale che ho risolto in poche righe allora ti rispondo subito:
il vero tema non sono le tasse!
Troppo spesso infatti ci preoccupiamo del lato fiscale senza considerare che non tutti sono pronti a lasciare il controllo della propria attività ai figli.
Inoltre ci sono sempre delle resistenze personali nel passaggio generazionale che possiamo riepilogare in alcune macro categorie, ovvero:
- quali tempistiche adottare e con quale gradualità procedere
quale tipo di segregazione sarà necessario adottare
come assicurare la governabilità del business
come compensare gli eredi da estromettere
Come organizzare il passaggio generazionale
Per procedere ad un passaggio generazionale c’è da chiedersi per prima cosa come formare gli eredi affinché siano realmente in grado di proseguire l’attività in modo autonomo.
Possono nascere infatti diversi problemi nel farli gradire al team interno, ai professionisti esterni, alle banche e via di questo passo.
Di solito il titolare crea i gruppi di lavoro a propria immagine e somiglianza e non è detto che chi deve proseguire abbia lo stesso genere di carisma o che si creino delle incompatibilità importanti.
La governabilità del business potrebbe iniziare a scricchiolare per la mancanza di una specifica formazione oppure di comportamenti irresponsabili delle nuove leve, e questo potrebbe minare la solidità della struttura.
La reticenza al mollare le redini alcune volte può semplicemente essere un tratto personale del “grande capo” mentre in altri casi può essere una reale necessità di intervenire su realtà che rischiano di essere travolte dalle proprie scelte.
Non si tratta solamente di donare l’azienda oppure le quote di controllo, bensì di scegliere la struttura giuridica più idonea a garantire il controllo nel tempo.
In questi casi è necessaria un’attenta analisi (caso per caso) di quali clausole statutarie inserire oppure di quali patti parasociali utilizzare, tanto che spesso si arriva a scrivere dei veri e propri “patti di famiglia”.
Tutto questo tenendo sempre a mente che, per il bene del business, si potrebbe arrivare ad estromettere uno degli eredi dal controllo aziendale.
Queste necessità sono abbastanza frequenti e vanno gestite con la corretta compensazione agli eredi che non saliranno a bordo, in modo da evitare questioni legali legate al desiderio di rivalsa.
Il passaggio generazionale come occasione
Il passaggio generazionale è un’occasione davvero importante per ripensare l’assetto giuridico del proprio business da due diverse angolazioni.
Una prima analisi va sicuramente incentrata sulla forma giuridica per valutare se la struttura pensata 10/20 anni prima sia ancora al passo con i tempi e, nella maggior parte dei casi, non è così.
Le strutture giuridico-fiscali andrebbero verificate almeno ogni tre anni e (possibilmente) aggiornate ogni cinque!
Un secondo aspetto che è probabilmente quello più importante è quello dei numeri e del controllo di gestione.
Nel passaggio generazionale abbiamo molto spesso il titolare che ha tutto in testa, neanche fosse Keanu Reeves del film di “Johnny Mnemonic” con impiantato un hard disk di memoria ausiliaria.
Dall’altro lato abbiamo i figli che non hanno la stessa “memoria storica” oppure non hanno la stessa sensibilità ed esperienza.
Serve sempre un sistema di controllo basato sui numeri che provveda ad estrarre i dati dalla testa del grande capo per passarli sul tablet dei figli, e questo implica un lavoro extra.
Un sistema di controllo può fare tutta la differenza del mondo per un efficiente passaggio generazionale e ti ripeto di nuovo il concetto:
le tasse non sono il vero problema del passaggio generazionale
Non si tratta di concentrarsi nello scegliere lo strumento fiscale migliore perché altrimenti commetti l’errore di usare la tattica in un momento in cui dovresti usare la strategia.
Vincere con il fisco ti potrebbe portare a perdere su altri fronti che sono sicuramente molto più importanti
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