Trasferire la residenza all’estero: cosa serve per avere una residenza fiscale (estera) a prova di bomba atomica
Nell’articolo di oggi vado subito dritto al punto: c’è un’emorragia di italiani che trasferiscono la residenza all’estero.
L’Agenzia delle Entrate se n’è accorda quindi sta preparando la contro-offensiva fiscale.
Diverse persone che hanno trasferito la residenza all’estero oppure che stanno pensando di farlo sono un po’ spaventate dal fisco.
Ognuno avrà i propri motivi per andarsene: chi si è stancato del Bel Paese, chi pensa che in Italia non si vive più bene come un tempo, chi non sopporta più la burocrazia infinita, la criminalità in aumento e via dicendo.
Al di la dei motivi personali, l’italiano che trasferisce la residenza all’estero ha un denominatore comune: è stanco del fisco italiano, delle mille tasse e soprattutto di una giustizia fiscale ai minimi storici.
L’Agenzia delle Entrate sta quindi preparando una serie mirata di verifiche fiscali ed inizierà a controllare chi ha trasferito la residenza all’estero a partire dall’anno 2010.
A marzo scorso l’Agenzia ha emanato un provvedimento per raccogliere tutti i dati di quelli che hanno chiesto l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) per iniziare a contestare la residenza all’estero.
E non si tratta solamente dei Paesi con fiscalità privilegiata, ovvero i paesi che sono iscritti nella black-list (la lista nera degli stati canaglia) perché i controlli saranno incrociati con tutta una serie di dati con l’obiettivo di dare la caccia a tutte le false residenze all’estero.
Residenza all’estero: quali sono i requisiti
Il concetto di residenza fiscale per una persona ha generalmente poco a che vedere con la vera e propria residenza anagrafica.
Per convincere il fisco della bontà della tua residenza all’estero dobbiamo parlare del tuo domicilio ovvero del tuo “centro di interesse vitale”.
Se non ne hai mai sentito parlare allora sarà meglio approfondire questo concetto!
Per essere considerati realmente residenti all’estero dal fisco ci sono tre requisiti: due formali ed uno sostanziale.
Il primo requisito formale prevede che tu sia correttamente iscritto all’AIRE.
Non è sufficiente infatti che tu abbia fatto richiesta di iscrizione pertanto, nel tuo interesse.
Devi controllare di essere realmente stato incluso nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero.
Si tratta di una procedura abbastanza semplice che puoi generalmente fare attraverso l’ambasciata del Paese estero.
Devi assolutamente ricordarti di verificare che la procedura sia andata a buon fine perché se qualche meccanismo burocratico si inceppa quello che ne fa le spese sei solamente tu.
Il secondo requisito formale è di trascorrere più della metà dell’anno solare fuori dall’Italia.
Questo vuol dire che potresti essere residente in Inghilterra per tre mesi e passare gli altri 9 in crociera nei mari del sud e questo andrebbe comunque bene.
Ovviamente devi essere in grado di dimostrare che stai vivendo in un altro Paese, oppure che sei stato in crociera 9 mesi.
Le chiacchiere ovviamente stanno a zero e le prove devono essere scritte.
Pertanto dovrai avere come minimo documenti che dimostrano dove vivi e lavori.
Ad esempio puoi usare il contratto di affitto di casa, le bollette, l’iscrizione scolastica dei figli, la palestra, l’estratto conto della banca, le carte di credito e via dicendo.
In questo caso ricordati che più prove hai a tuo favore maggiori saranno le tue possibilità in caso di controlli dell’Agenzia.
Il terzo ed ultimo requisito è probabilmente il più importante ed è anche quello sul quale l’Agenzia delle Entrate tenterà di aggrapparsi per far crollare la tua residenza all’estero.
Si tratta di dimostrare che hai realmente trasferito all’estero il centro vitale dei tuoi interessi e che hai dato un taglio netto con l’Italia.
In pratica il Fisco ti può accertare la finta residenza all’estero sulla base di alcuni elementi come la disponibilità di una casa, l’acquisto di beni, la gestione di una società o un business con base in Italia.
Residenza all’estero: dove ti possono attaccare
La prima buona notizia è che ci sono già un sacco di sentenze che hanno dato torto oppure ragione a chi aveva trasferito la residenza all’estero.
Andando con pazienza ad esaminare le varie sentenze si riescono a stabilire delle linee guida precise.
Non è un procedimento sicuramente facile ma il numero sempre crescente di sentenze rende sempre più chiara qual’è la tendenza di fondo.
Per l’Agenzia delle Entrate quando si tratta di trasferire la residenza all’estero
Il luogo principale dei tuoi interessi pesa di più della formale iscrizione anagrafica
Bisogna quindi fare molta attenzione a tutta una serie di indicatori che possono “tradire” il tuo trasferimento della residenza all’estero perché
L’Agenzia delle Entrate tenterà di dimostrare che la tua residenza all’estero è finta perché hai ancora interessi rilevanti in Italia
La seconda buona notizia è che l’Agenzia delle Entrate ha messo nero su bianco quali sono i dati da raccogliere per formare le “liste dei cattivi”, ovvero delle persone da controllare.
Vale assolutamente la pena di esaminarli con attenzione:
1) permanenza in Italia del nucleo familiare del contribuente
Se hai trasferito la residenza all’estero ed hai lasciato a vivere in Italia il coniuge oppure i figli allora non hai molte possibilità di spuntarla con gli agenti del Fisco.
In altre parole se la tua famiglia ed i tuoi affetti sono rimasti a vivere a Milano sarà praticamente impossibile dimostrare che quella che chiami “casa” è il monolocale in Svizzera.
Per quelli del fisco la famiglia funziona come una grande calamita quindi attrae sempre il tuo centro degli interessi e, per quante prove tu possa avere, difficilmente riuscirai ad averla vinta.
2) indicatori della tua presenza sul territorio italiano
Se hai trasferito la residenza all’estero nel frattempo non devi avere in Italia la disponibilità di una casa con tanto di utenze elettriche, idriche e del gas.
Ci sarà sempre il dubbio che te ne sei andato per finta, specie se nel frattempo i consumi non sono cambiati di molto.
A questo proposito devi sapere che alcuni comuni hanno stipulato delle convenzioni con l’Agenzia delle Entrate per spartirsi una parte degli importi dell’avviso di accertamento in caso di controlli partiti su segnalazione dei vigili urbani.
In pratica succede che non appena chiedi l’iscrizione all’AIRE scatta il controllo presso il tuo ultimo indirizzo di residenza in Italia e se ti beccano sono guai seri!
Devi stare attento non solo alle utenze di casa ma anche al cellulare ed al Telepass perché, oltre a dire esattamente dove sei, sono la prova che in qualche modo sei ancora legato all’Italia.
3) partita IVA Italiana
Dal momento che te ne vai dall’Italia e trasferisci la residenza all’estero perché mai dovresti mantenere aperta la partita IVA italiana?
Non ci crederai ma ci sono centinaia di persone che hanno fatto questo autogol, quindi l’Agenzia delle Entrate ha deciso di inserire questo indicatore tra quelli da segnalare come anomali.
4) partecipazioni e cariche societarie
Su questo punto potrei tranquillamente fare copia ed incolla di quello precedente.
Mi limito a sottolineare che in questo caso l’Agenzia delle Entrate va a caccia delle partecipazioni in società a “ristretta base azionaria”.
In altre parole se hai quote di società con pochi soci, come ad esempio un parente oppure un amico allora faresti bene ad uscire immediatamente, tanto da socio quanto da amministratore.
5) altri indicatori
L’Agenzia delle Entrate affianca una serie di ulteriori indicatori come ad esempio la disponibilità di autovetture, motoveicoli, barche, versamento di contributi per la colf, abbonamenti, assicurazioni.
Tentano di raccogliere tutti gli indizi possibili sul fatto che potresti aver mantenuto un piede in Italia mentre trasferivi la tua residenza all’estero.
Residenza all’estero anti-fiamme (gialle)
Come si costruisce una residenza all’estero che resista a qualsiasi controllo della GdF?
Se hai trasferito la residenza all’estero significa che di te in Italia non ci deve più essere alcuna traccia.
Sembra molto semplice ed in effetti (in teoria) questa è l’unica risposta sensata che si può dare.
Nella pratica le cose stanno però in modo diverso perché iniziano una serie di domande come ad esempio : “ma se io me ne vado dall’Italia e non ho ancora venduto casa“…
Se la tua vecchia casa rimane l’unico legame con l’Italia, hai le bollette che indicano che consumi 2Kw ogni tre anni e magari sei in grado di dimostrare che hai fatto il possibile per venderla ma nessuno la voleva comperare, allora direi che hai poco da preoccuparti.
La cosa che devi ben comprendere è che tutte le verifiche che l’Agenzia può fare vanno ad accendere una serie di semafori rossi.
Alcuni sono più importanti (come la famiglia) alcuni di importanza media (come i rapporti bancari e di lavoro) ed alcuni sono un po’ meno importanti (come la vecchia casa in vendita da un anno).
Ovviamente meno semafori rossi hai fatto accendere meglio sarà.
Se vuoi una residenza all’estero a prova di fiamme gialle allora te lo ripeto: di te in Italia non ci deve più essere alcuna traccia!
Le istruzioni che ti ho dato riguardano la residenza fiscale delle persone fisiche che trasferiscono la residenza all’estero.
La prossima settimana affronterò il tema della residenza fiscale delle società.
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Complimenti, Massimo! Come sempre.
Articolo esaustivo e preciso.
Colpisce l’aspetto legato alla necessità di non avere intestate quote di società a ristretta base sociale o di non avere immobili (anche a reddito?) intestati. Concretamente uno “straniero” dovrebbe avere tutto il diritto di detenere affari in Italia pur non vivendoci visto che per locare un immobile si può delegare e il socio di una srl non è per forza lavoratore della stessa. Buon lavoro!
Ciao Carlo,
il peso dei singoli punti di contatto va valutato caso per caso perché una rondine non fa primavera.
Il tema è quante rondini servono per trovare l’avviso di accertamento nella buca delle lettere…
Saluti.
MT
Complimenti Massimo,
Sempre molto chiaro e preciso.
Complimenti per la chiarezza. Io sono un pensionato ex INPDAP iscritto all’AIRE in Tunisia e sono l’UNICO a sostenere, quindi sicuramente sbaglio io, che se passo ad esempio quattro mesi qui e i restanti otto mesi giro il mondo il fisco italiano non può contestarmi nulla. Ovviamente rispettando tutti gli altri elementi da lei ampiamente illustrati riguardo i rapporti con l’Italia. Può confermarmi se ho davvero torto? La ringrazio anticipatamente M.G.
Ciao Mauro,
devi essere per più di metà anno fuori dall’Italia, quindi se fai 8 mesi di vacanze in giro per il mondo non avrai problemi… a parte l’invidia!
Saluti.
MT
Grazie mille e complimenti ancora. M.G.
Ciao Massimo, complimenti! Se uno va VERAMENTE a vivere a Monaco (casa in affitto, figli piccoli a scuola lì, conti bancari, palestre, associazioni culturali e quant’altro), può avere cariche sociali retribuite (presidente o Vicepresidente) in associazioni di categoria italiane, se questo comporta venire circa 4 -5 giorni al mese in Italia ?
Ciao Mario,
le cariche sociali sono uno dei (tanti) indicatori che permettono al Fisco di sostenere che tu non hai mai lasciato veramente l’Italia e che il tuo centro di interessi è rimasto qui.
Queste poche informazioni (da sole) non bastano per dirti quali rischi corri.
Per un aiuto concreto contattami in privato a questa pagina: https://www.massimotonci.it/?p=1218.
Saluti.
MT
Buonasera,
Quindi se io sono una giovane imprenditrice che lavora con un e-commerce ,vendendo in altri paesi europei (non Italia) e avendo spostato la residenza all’estero (fuori dall’Unione Europea) creando la mia azienda, per esempio, in Georgia, posso stare tranquilla? Per famiglia si intende solo coniuge e figli o anche genitori? Lavorando dal computer, posso muovermi liberamente in altri continenti, una volta che ho le prove (come affitti etc) o devo rimanere un tot di mesi in Georgia? I miei migliori saluti 🙂
Ciao Federica,
nella situazione che descrivi non dovresti avere nessun problema con il fisco italiano.
Puoi liberamente muoverti dove vuoi.
Infatti la legge fa riferimento alla permanenza “fuori dal territorio” e non specifica il “dove”.
Saluti.
MT
Buongiorno, ma se io ho la residenza all’estero e lavoro solo come dipendente qui in Italia, come moltissimi rumeni e non avendo nessuna utenza intestata, l’auto con targa del paese di residenza ed abito in una casa di proprietà dei miei figli. Naturalmente avendo anche il controcorrente in una banca estera, cosa potrebbe avere a pretendere il fisco da me?
Ciao Mauro,
se abiti in Italia e lavori in Italia come dipendente allora quasi certamente sei residente in Italia (per lo meno dal punto di vista fiscale).
Di conseguenza – secondo le leggi fiscali italiane – devi pagare le tasse in Italia, anche se hai il conto corrente all’estero.
Saluti.
MT
Salve, articolo molto interessante come al solito, e per questo la ringrazio.
Nel caso in cui una persona vada a vivere all’estero con le seguenti condizioni:
– nessuna proprietà in Italia
– non ha moglie o figli
– è iscritto ad un’università italiana
– lavora per un’azienda italiana da remoto (dall’estero)
viene considerato comunque residente all’estero? Il rapporto di lavoro con l’azienda italiana (anche se non implica il fatto di dover tornare nel territorio italiano) e l’iscrizione all’università italiana (che non prevede frequenza, ma solo la presenza per sostenere gli esami in quei pochi giorni l’anno) possono comportare problemi dal punto di vista fiscale?
Grazie e buone feste!
Ciao Daniele,
in parte dipende da quali prove hai per sostenere la residenza estera ed anche da quale stato hai scelto.
Il tuo caso andrebbe approfondito.
Saluti.
MT
Se per motivi di lavoro sono residente all’ estero iscritto all’ aire ma in Italia ho una casa cointestato con la mia ex moglie di cui pago il mutuo e lei vive in questa casa con i nostri figli se apro un conto corrente estero chiaro che devo mandare i soldi per pagare mutuo e mantenimento cosa rosso rischiare col fisco
Ciao Giovanni,
pagare l’assegno di mantenimento alla ex-moglie non di certo una prova per il fisco che tu vivi in Italia.
In ogni caso è meglio che il conto su cui mandi i soldi sia intestato alla ex-moglie.
Saluti.
MT
Buonasera, il fatto di avere conto vecchi conti correnti aperti sul quale però non accredito lo stipendio, fondi sottoscritti prima di lasciare l Italia e polizze assicurative possono rappresentare un problema? Lavoro e vivo all estero con contratto di lavoro, affitto, utenze, automobile estera e con iscrizione a associazione culturale estera (in Italia non ho coniuge ne figli). Grazie
Ciao Luca,
non escludo che i conti in Italia possano far partire dei controlli.
Tuttavia – da quello che scrivi – sembra che non ci siano problemi a dimostrare che la tua residenza estera è vera e reale.
Saluti.
MT
Detenere conti correnti in Italia e fondi di investimento (senza fare operazioni) può causare problemi?
buonasera
ho intenzione di trasferirmi all’estero.
Però ho un problema. Ho una srl italiana,di fatto lavorando quasi solo esclusivamente on line, me ne potrò occupare pure dall’estero….
che dovrei fare? perchè mantenendo lo stesso business,quindi con clienti italiani, non so se posso,sia legale aprirmi una srl del paese dove andrò (penso le canarie) e operare in italia….
Però non vorrei che questo mi pregiudichi e possa far sembrare il mio cambio di residenza fittizio…
La mia srl italiana continuerà a lavorare in italia, pagherà le tasse in italia….
Ciao Gianni,
c’è sicuramente il modo di regolarizzare la tua posizione.
Se ti serve aiuto contattami a questa pagina: https://www.massimotonci.it/?p=1218
Saluti.
MT
Per un italiano regolarmente residente all’estero (quindi AIRE ok etc etc) é possibile trovare un lavoro come dipendente in Italia senza doversi cancellare dalla lista AIRE e trasferire la residenza in Italia? Si può fare? Esiste un termine entro il quale comunque tutta la faccenda deve essere regolarizzata?
Grazie mille
Ciao Paolo,
il lavoro da dipendente in Italia ti farà diventare fiscalmente residente, anche se rimani iscritto AIRE.
Se ti serve aiuto per la residenza fiscale contattami in privato a questa pagina.
Saluti.
MT
Ciao Massimo,
Se decidessi di trasferirmi alle Canarie dove vivere stabilmente li più di metà anno (spostando li la residenza) per fare una serie di consulenze on line o aprire una start up on line prevalentemente verso clienti italiani, dove le dovrei pagare le tasse? (Non ho proprietà in Italia) grazie
Ciao Michele,
se organizzi tutto correttamente puoi chiudere con le tasse italiane.
Saluti.
MT
Ciao Massimo, vorrei delle informazioni, io sto trasferendo la mia residenza all’estero nella locazione dove vive la mia famiglia, però non rimango all’estero per più di un anno consecutivo, perché ho un posto di lavoro in Italia quindi viaggio spesso. Devo comunque effettuare l’iscrizione al aire ? Potrei riscontrare dei problemi ?
Ciao Pasquale,
con un lavoro fisso in Italia la tua residenza estera potrebbe essere a rischio.
E’ bene che tu contatti un professionista per farti aiutare.
Saluti.
MT
Dopo 10 anni mi sono riiscritta all aire. Ho un contratto di lavoro li e residenza e 2 case a nome mio e fratello. Ma mio marito e figli restano qui. Ovvio che scendo il più possibile anche perchè l’attività dove ho un contratto da dipendete è di mia madre e posso gestire meglio le ore di lavoro ecc.
La casa in Italia è a nome di mio marito e mio ho anche la corrente e aqua (bollette) a nome mio. Sono anni che non lavoro da dipendente in Italia.
Come dire, un soldo in più ci faceva comodo e quindi vado adesso avanti e indietro.
Ciao Nella,
se ti serve aiuto per un caso specifico come il tuo mi puoi contattare attraverso questa pagina.
Saluti.
MT
Salve sto valutando la possibilità di trasferirmi all’estero, la mia famiglia resterebbe in Italia, non ho proprietà, ho una ditta individuale che chiuderei, per aprire srl estera, per metà anno si intende un periodo continuativo, o può essere intervallato e si tiene conto del numero totale dei giorni passati all’estero?
Potrei comunque essere socio di una srl in Italia? logicamente pagando le relative tasse provenienti dalla srl italiana in italia?
grazie
Ciao Attilio,
il tuo non è un commento bensì una richiesta di consulenza, pertanto ti invito ad usare l’apposito modulo contatti.
Saluti.
MT
a causa di una sucessione aperta da 10 anni e che non c’è modo di chiudere sono comproprietario per 1/7 di una decina di immobili ( di poco valore e del tutto inutilizzabili a tal punto che non trovo nessuno disposto ad accettare una donazione). Sto rinunciando a diverse opportunità di lavoro all’estero che richiedono che sia residente sul posto. C’è qualche possibilità che mi venga accettata il trasferimento di residenza ?
Ciao Marco,
dubito che possedere 1/7 di alcuni immobili ti impedisca di trasferirti all’estero.
Se hai necessità di supporto allora usa il modulo contatti.
Saluti.
MT
Ciao Massimo, avrei bisogno di un po’ di delucidazioni riguardo la mia situazione. Sono da 4 anni che vivo e lavoro in Inghilterra, da quando sto qua però non mi sono mai trasferito all’AIRE perchè non sapevo come sarebbe potuta andare e mi è sembrato inutile fare tutto questo tran tran burocratico.
Sono freelance e finora ho sempre lavorato con produzioni UK, potrei a breve però dover fare un lavoro dall’Inghilterra ma con produzione italiana.
Vorrei iscrivermi all’AIRE ma so anche bisogna cambiare domicilio e residenza fiscale (qual è la differenza). Ho ancora un sacco di confusione su cosa io DEBBA veramente cambiare per evitare di essere tassato anche in Italia.
Cosa dovrei fare?
La ringrazio
Ciao Matteo,
il tuo commento è in realtà una vera e propria richiesta di consulenza.
Usa l’apposita pagina contatti.
Saluti.
MT
Massimo complenti non solo per la conoscienza del tema ma anche per essere conciso e trasparente.
Vorrei chiederti se avendo una casa con le utenze in Italia che da anni abita mio cugino pur essendo tutto intestato a me posso non correre il rischio di accertamenti.
Grazie anticipatamente
Andrea
Ciao Andrea,
non c’è problema, basta intestare le utenze al cugino e fare un “comodato d’uso” per la casa.
Saluti.
MT
Buonasera,
prossimamente vorrei trasferirmi all’estero ( U. E. ). single, vivendo dei risparmi portati nella banca del paese di destinazione in attesa della pensione italiana. In Italia rimarrei solo con 2 box auto, e se non si riuscira’ a vendere, la quota insieme ad alcuni parenti di un piccolo appartamento ereditato. Potro’ trasferire la residenza fiscale? Grazie infinite.
Buongiorno Marco,
da quello che dici penso non ci sia alcun ostacolo.
Saluti.
MT
Ti ringrazio infinitamente.
Saluti
Marco
Buonasera, approfitto delle sue conoscenze e professionalità. Sono un pensionato ex INPDAP, ee trasferisco la mia residenza in Tunisia e in seguito mi sposto in Australia, fermo restando che trascorrerò oltre 183 giorni non consecutivi fuori dall’ Italia, posso subire rilievi dalle Autorità italiane. La Tunisia pretende che i 183 giorni siano vissuti nel suo territorio nazionale ? In sintesi posso vivere – in un anno – 3 mesi in Tunisia, 4 in Australia e i rimanenti in Italia ? Grazie anticipate
Buongiorno Alessio,
il Fisco Italiano richiede la permanenza fuori dal territorio italiano, quindi non importa dove.
Saluti.
MT