Revisore nella SRL: siamo ufficialmente nel caos totale!

La nomina del revisore per le SRL di maggiori dimensioni incassa la seconda proroga e l’obbligo adesso è spostato al 2022.

L’obbligo riguarda le SRL che superano uno di questi tre limiti:

• 4 milioni di attivo
• 4 milioni di ricavi
• 20 dipendenti medi nell’anno

Inizialmente il test andava condotto sui bilanci 2018 e 2019 mentre ora il test andrà effettuato sui bilanci 2020 e 2021.

Il bilancio del 2021 andrà approvato nel 2022 e questo apre a nuovi scenari:

➡️ Il primo punto di attenzione riguarda il fatto che il 2020 è l’anno del calo generalizzato dei ricavi e molte società potrebbero scendere (loro malgrado) al di sotto della soglia tecnica, per lo meno sul lato del fatturato.

➡️ Il secondo punto riguarda il 2021 che è un anno per il quale c’è tutto il tempo per organizzare qualsiasi genere di correttivo per evitare di essere soggetti all’obbligo del revisore.

Ti starai chiedendo cosa succede agli imprenditori che si erano mossi in tempo ed hanno già nominato il revisore.

Secondo una ricerca del Cerved pubblicata sulla stampa specializzata si tratta di un totale di 68 mila enti, di cui circa 50 mila hanno già provveduto alla nomina.

Per queste SRL si apre la possibilità di revocare l’incarico in quando la nuova situazione che si è venuta a creare può costituire la “giusta causa” per la rimozione.

La giusta causa sarebbe da individuare nell’articolo 4 del DM 261/2012 il quale stabilisce questa possibilità in caso di “sopravvenuta insussistenza dell’obbligo di revisione legale per intervenuta carenza dei requisiti previsti dalla legge”

La stessa ASSIREVI (Associazione delle società di revisione legale) lo scorso aprile ha emanato un documento nel quale prevede tre possibilità:

1. dimissioni volontarie del revisore, che ha compreso la situazione e si accolla l’onere del cambiamento di rotta del legislatore
2. revoca per “giusta causa”, con tutti i rischi connessi di una vertenza da parte dello stesso revisore
3. accordo per una risoluzione consensuale che bilanci gli interessi in gioco e che consenta la possibile ripresa del rapporto in un prossimo (ipotetico) futuro

Se frequenti il mio blog da un po’ di tempo sai bene che preferisco sempre una cattiva transazione piuttosto che una bella lite giudiziaria quindi

 tutte le volte che è possibile preferisco sempre la via della transazione.

Una soluzione win-win dove il revisore mette in tasca qualcosa e la società può risparmiare qualcosa è una soluzione che valuto sempre molto attentamente.

Alle volte il prezzo della transazione è di gran lunga inferiore a quello di una possibile discussione legale di chi ha (o meno) ragione sulla faccenda.

Una transazione veloce ti fa risparmiare tempo e preziose energie che puoi dedicare al tuo business.

La questione va esaminata anche da un altro punto di vista, ovvero dal favorevole o meno che si ha rispetto ai controlli di un soggetto esterno.

Molti imprenditori vedono la figura del revisore come un vero e proprio impiccio, e qualcuno arriva persino a definirlo come un vero e proprio emissario del Fisco sotto mentite spoglie.

Al di là del fatto culturale di cogliere l’opportunità di avere l’aiuto di un bravo professionista (e ce ne sono) all’interno della propria azienda, si tratta anche di fare i conti con una certa propensione al “taroccamento” selettivo dei conti aziendali.

Non possiamo infatti ignorare il fatto che alcune aziende provvedono in modo sistematico ad aggiustare i propri conti senza un minimo di programmazione.

Questo potrebbe essere un serio problema con la nomina di un revisore che, tra i propri incarichi, ha proprio quello di verificare la regolarità dei conti aziendali.

Tuttavia queste aziende si stanno precludendo la grossa opportunità di fare un salto di qualità proprio nella direzione di un migliore controllo di gestione e di una migliore visibilità sul mercato.

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