Cento anni fa, esattamente il 13 agosto 1920, veniva arrestato Charles Ponzi è l’ideatore del famigerato “Schema Ponzi” che è un meccanismo di truffa tuttora molto in voga.
Carlo Pietro Giovanni Guglielmo Tebaldo Ponzi è un italiano nato a Lugo di Romagna nel 1882 che era emigrato negli Stati Uniti nel 1903, probabilmente per fare fortuna ed invece ha ideato un meccanismo diabolico.
Praticamente ti fai prestare dei soldi dalle persone con la promessa di un rendimento molto elevato e poi le paghi con i soldi di altri che entrano successivamente nell’investimento.
lo Schema Ponzi originale del 1920
In realtà Charles Ponzi all’inizio aveva dei veri investimenti che consistevano nell’acquistare degli IRC (International Replay Coupon).
Si tratta di buono postale che può essere scambiato con veri francobolli tra due Paesi che abbiano stipulato una convenzione di cambio.
Negli anni 20 si potevano acquistare IRC in lire e scambiarli in francobolli denominati in dollari statunitensi lucrando sulla differenza di cambio con un profitto di circa il 50%.
Questa operazione (legale) si chiama “arbitraggio” ed i primi che investirono nello “Schema Ponzi” ricevettero realmente dei veri guadagni di importo consistente.
La voce si sparge in fretta ed i soldi arrivano più velocemente di quello che in realtà il business sottostante può sostenere.
In pratica Charles Ponzi continuava ad avere soldi freschi grazie all’afflusso di nuovi investitori con i quali pagare solamente gli interessi, trattenendo per sé il grosso del malloppo.
Basti pensare che nel 1920 era in grado di raccogliere 250.000 dollari al giorno e 100 anni fa questa somma era un’enormità!
Come andò a finire già lo sappiamo, ovvero che ad un certo punto il business non era più sostenibile ed il crack lasciò sul lastrico tutti gli investitori e condusse all’arresto dell’italo-americano il 13 agosto 1920.
Schema Ponzi ai giorni nostri
Charles Ponzi è stato impunemente seguito da altri che lo hanno superato in termini di importi truffati come il caso di Bernard Madoff.
Si tratta di un ex-banchiere che è stato persino presidente del NASDAQ e che è riuscito a mettere in piedi uno schema Ponzi da 65 miliardi di dollari ai danni di banche ed investitori istituzionali.
Nella truffa del Fondo di Madoff ci sono cadute persino banche italiane del calibro di Unicredit con 75 milioni di euro persi e banche europee come la Royal Bank of Scotland che ha perso 445 milioni di euro.
Madoff è stato arrestato nel 2008 e voi penserete che, viste le esperienze del passato, con la velocità di distribuzione delle informazioni ai giorni nostri queste cose non dovrebbero più succedere.
In realtà le truffe basate sullo schema Ponzi sono ancora molto in voga ed il periodo di lock-down dovuto al Covid-19 ne ha accelerato la diffusione in modo esponenziale.
Schema Ponzi: perché funziona ancora così bene?
Lo schema Ponzi si basa infatti su due caratteristiche che lo rendono sempre più attuale: avidità ed ingenuità delle persone.
Qualsiasi investitore smaliziato (e con un minimo di educazione finanziaria) sa bene che è molto raro ottenere rendimenti costanti a due oppure addirittura a tre cifre.
In ogni caso se ci fosse qualcuno in grado di fare un +50% all’anno pensi che andrebbe a sbandierare ai 4 venti il proprio sistema?
…Magari per guadagnare qualche migliaio di euro in più?
Tuttavia quel buon senso che dovrebbe guidare non solo gli investitori professionisti bensì tutte le persone sparisce di fronte al miraggio del “colpo della vita“.
Ecco allora che ti ritrovi con i 700 milioni truffati dal network di BitCoin oppure con le tante ICO (initial coin offering) dietro alle quali non c’è nulla, oltre al powerpoint di turno, fino ad arrivare ai meandri del dark web.
La magia del “crederci forte” continua a sollecitare la fantasia di quelli che ancora rincorrono il miraggio dell’investimento che ti rende finanziariamente libero.
“Ecco allora che ti ritrovi con i 700 milioni truffati dal network di BitCoin”… Trovo superficiale e sommaria questa affermazione… a cosa si riferisce? Diverso è il discorso per le varie ICO legate ad altre, più o meno fantasiose, criptovalute e NON a Bitcoin. Blockchain (l’infrastruttura sottostante a Bitcoin e ad altre crypto) è un interessantissimo fenomeno tecnico/scientifico che ha attratto e attrae molto interesse anche in ambito finanziario “tradizionale”.
Ciao Pietro,
di solito non mi piace fare i nomi tuttavia prova a dare un’occhiata sui motori di ricerca della truffa di BitClub Network oppure di OneCoin e vedrai che troverai notizie che sono tutt’altro che superficiali.
L’articolo non voleva essere un’attacco diretto a tizio oppure a caio, piuttosto una riflessione generale sul fatto che questi episodi continuano ciclicamente a verificarsi.
Saluti.
MT
Ciao, bell’articolo! Non sono certa di aver capito bene però: ritieni che anche Bitcoin sia basato su uno schema tipo Ponzi? a me verrebbe di pensare di no, valutando da quanto tempo esiste (di solito quello è un buon modo di valutare: Ponzi ha le gambe corte, no?). Buon Ferragosto 🙂
Ciao Maria,
la questione dello schema ponzi non è tanto per il bitcoin o per gli altcoin quanto per alcuni network che prospettano di investire nelle criptovalute e restituirti rendimenti davvero poco realistici.
Saluti.
MT
ma l’INPS non è assimilabile ad un semplicissimo Schema Ponzi? –> se si, perché allora questo è legale ? perché lo propone lo stato?
Buongiorno Franco,
sono le Leggi italiane che rendono legale tanto l’INPS quanto i contributi che sono (appunto) obbligatori.
Saluti.
MT
L’INPS è uno schema Ponzi come tutti i sistemi pensionistici. Il fatto che sia legale lo decide lo Stato. Il punto è che essendo un Ponzi non è sostenibile alla lunga se non con cambio di regole e immissione di denaro dello Stato. Se queste 2 attività di sostegno un giorno venissero a mancare (anche solo una), l’INPS andrebbe in default. Perchè continuiamo a pagare l’INPS?